Porto Ercole, bacino orientale della Laguna di Orbetello, meta di migrazione di varie specie di uccelli in viaggio tra Europa e Africa. Nell’immagine (sarangib/Pixabay), tre esemplari dell’acquatico ‘Himantopus himantopus’, comunemente, ‘Cavaliere d’Italia’
Ogni anno, a primavera, in un fenomeno che si dovrebbe sempre osservare con stupore, quando il primo tiepido Sole ha la meglio sulle ultime resistenze dell’inverno, la natura si risveglia, mostrandosi nella sua ricchezza e varietà.
Tutto ciò che da mesi si presenta come un quadro statico riprende un ritmo e gli organismi viventi ritornano nella loro forma migliore. Dove si sono nascosti in inverno, per ricomparire così, a un tratto?
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Oltre quelli che non sono ancora nati, in attesa delle condizioni ambientali adatte alle prime fasi di vita, alcuni altri animali hanno vissuto in letargo, mentre le piante hanno perso le foglie che non avrebbero sopportato i rigori dell’inverno.
Infine, dove le differenze climatiche sono accentuate, con estati caldissime ed inverni freddissimi, quelli in grado di percorrere lunghi tragitti in breve tempo, come gli uccelli migratori, si sono spostati, ad esempio, fino alla laguna di svernamento.
Compiendo viaggi così lunghi e talmente precisi nella destinazione da poter essere spiegati solo con quella capacità di adattamento tesa ad acquisire, come strumenti di difesa dall’ambiente, le caratteristiche più adeguate per sopravvivere.
Evolvendosi, gli uccelli migratori, ad esempio, hanno imparato a direzionare il viaggio verso lo stesso paese dell’anno precedente, dove talvolta la femmina torna a covare nello stesso nido.
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Da Porto Ercole, sul bacino orientale dell‘estuario, in un‘ora di cammino pianeggiante si raggiunge ed attraversa la Diga Leopoldina, che separa in due le acque della Laguna e sulla quale giace la spettacolare Strada Provinciale 161 che conduce ad Orbetello.